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OMELIA RADIO MARIA 1 APRILE 2008 I VESPRI SAN FRANCESCO
Carissimi fratelli e sorelle, che mi ascoltate attraverso il prezioso servizio offerto alla chiesa da Radio Maria, “ vi accompagni sempre la Grazia di Gesù Cristo Benedetto che è il più grande e il più prezioso di tutti i doni”. Queste sono le parole di benedizione che il nostro fondatore S. Francesco rivolgeva a tutti coloro che si recavano nell’eremo di Paola per chiedere grazie e miracoli. Così anche io desidero comunicarvi la necessità della presenza del Cristo nella vostra vita per portare frutti di santità. Stiamo celebrando la Liturgia dei I Vespri della Solennità di S. Francesco di Paola, Patrono della Calabria e della Gente di Mare della Nazione Italiana e il brano propostoci per la lettura breve tratto dalla Prima Lettera ai Corinzi capitolo 13 versetto 1 , vuole focalizzare la nostra attenzione sulla virtù teologale della Carità. Gesù fa della carità il comandamento nuovo [Gv 13,34]. Amando i suoi “sino alla fine” (Gv 13,1), egli manifesta l'amore che riceve dal Padre e che si concretizza nel Sacrificio Supremo di sé. Amandosi gli uni gli altri, i discepoli imitano l'amore di Gesù, che essi ricevono a loro volta. Per questo Gesù dice: “Come il Padre ha amato me, così anch'io ho amato voi. Rimanete nel mio amore” (Gv 15,9). E ancora: “Questo è il mio comandamento: che vi amiate gli uni gli altri, come io vi ho amati” (Gv 15,12). (CCC 1824) La carità è frutto dello Spirito ed è pienezza della legge, per chi osserva i comandamenti di Dio e del suo Cristo: “Rimanete nel mio amore. Se osserverete i miei comandamenti, rimarrete nel mio amore” (Gv 15,9-10) [Mt 22,40; Rm 13,8-10]. (CCC 773) . Non può esistere però una amore fatto solo di parole o di vuoti sentimenti. L’amore esige necessariamente gesti che lo possano rendere vivo e credibile. Gesù, quando ci chiede di osservare i suoi comandamenti, non fa che esprimere tale esigenza, comprensibile già dal punto di vista della ragione. La storia dell’alleanza tra Dio e il popolo ebraico si è sviluppata attorno al bisogno di scambio di segni o gesti d’amore non sarebbe concepibile un amore verso Dio senza l’impegno a mettere in pratica i suoi comandamenti. In tutto questo ci viene in aiuto l’esempio di S. Francesco di Paola che ha coltivato in modo tutto particolare la virtù della carità. Mons. Morosini, nuovo vescovo di Locri- Gerace così scrive in uno dei suoi testi: “La carità ci da la possibilità di affrontare scelte di vita anche impegnative e difficili. Questo chiede Francesco di Paola ai suoi seguaci, invitandoli a tenere lo sguardo fisso in Dio. Da ciò nascono tutti i veri sentimenti e tutti i gesti di amore autentico: l’accoglienza, l’onore, la stima, il rispetto, il servizio, la mitezza, il perdono, la riconciliazione; tutti gesti con i quali viene testimoniata la volontà di cercare il bene dell’altro, anche con il sacrificio personale”. Il collegamento per l’ora di spiritualità da questa comunità si colloca alla vigilia della chiusura delle celebrazioni per il V Centenario del Pio Transito di S. Francesco di Paola ma anche alla vigilia del III anniversario della morte del servo di Dio Giovanni Paolo II passato a miglior vita proprio nel giorno del 2 aprile festa liturgica del Santo Paolano. Durante la sua visita al Santuario di Paola nell’ottobre del 1984 così ebbe a dire ai numerosi fedeli presenti: “S. Francesco protegga sempre questa città che fu sua, le
vostre famiglie, i vostri
malati, gli anziani, i vostri emigrati sparsi ovunque nel mondo, i lavoratori
della terra e del mare, i giovani soprattutto perché rimangano limpidi nella
fede e coerenti nella vita cristiana. Carissimi, concludendo queste semplici riflessioni penso che abbiamo compreso che solo nella conversione a Dio potremo trovare la nostra pace e la nostra salvezza perché ritroveremo la giusta dimensione del nostro essere creature amate dal Padre che ci attende sempre comunque a braccia aperte. Amen .
P. Domenico M. Crupi
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