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VEGLIA DI PREGHIERA

per il V centenario del beato transito di S. Francesco di Paola

(1507 -2007)

 

 

            Guida Ci ritroviamo stasera per pregare insieme per il V Centenario del beato transito del nostro S. Francesco di Paola: gigante di santità che ha saputo incarnare e “praticare il Vangelo di Nostro Signore Gesù Cristo”, con il richiamo alla continua conversione nel “progredire sempre di bene in meglio”; vera “luce che illumina i penitenti nella Chiesa”, sempre pieno di carità. Egli è per noi, sempre attualissimo, che ci insegna a cogliere l’essenziale della vita. «Siate sempre aperti allo Spirito di Cristo e, pertanto, siate attenti a quelli che hanno sete di giustizia, di pace, di dignità, di considerazione per essi stessi e per i loro fratelli. Vivete tra voi secondo la parola del Signore: "Da questo tutti sapranno che siete miei discepoli, se avrete amore gli uni per gli altri" (Gv 13, 35). » (Benedetto XVI)

 

Canto iniziale:

 

Durante il canto vengono portati all’altare la Croce, il drappo rosso, un mappamondo

 

Celebrante: Nel nome del Padre…

Tutti: Amen

Celebrante: Il Signore misericordioso e compassionevole, lento all’ira e grande nell’amore, sia con tutti voi.

Tutti: E con il tuo spirito.

 

MOMENTO PENITENZIALE

 

Celebrante:     Ogni volta che il nostro buon Padre San Francesco riuniva presso di sè i frati,  li esortava alla carità scambievole. Fece così anche l’ultima volta, sul letto di morte. Raccogliamo anche noi lo stesso invito alla carità fraterna, non senza aver ascoltato prima il suo appello al perdono.

 

Tutti:              Perdoniamoci fino a dimenticare il torto ricevuto.

 

1°Lettore:       Se qualcuno avrà offeso un altro con insolenze o maldicenze o rinfacciando una colpa, si ricordi di riparare al più presto il suo atto. A sua volta l’offeso perdoni anche lui senza stare a discutere; in caso di offese reciproche, anche il perdono dovrà essere reciproco, mossi a ciò dalle preghiere e dalle ammonizioni degli altri.

 

Tutti:              Perdoniamoci fino a dimenticare il torto ricevuto.

 

2°Lettore:       Chi, pur tentato spesso dall’ira è però sollecito a impetrare il perdono da chi riconosce di aver offeso, è certamente migliore di chi si adira più raramente ma più difficilmente si piega a chiedere perdono.

 

Tutti:              Perdoniamoci fino a dimenticare il torto ricevuto.

 

1°Lettore:       Astenetevi pertanto dalle parole offensive; ma se vi fossero uscite di bocca, non vi rincresca di trarre i rimedi da quella stessa bocca che diede origine alle ferite. Perdonatevi scambievolmente in modo tale da dimenticare il torto ricevuto.

Tutti:              Perdoniamoci fino a dimenticare il torto ricevuto.

 

2°Lettore:       Il ricordo della malizia dell’offesa é complemento di furore, riserva di peccato odio della giustizia, freccia arrugginita, veleno dell’anima, dispersione delle virtù, verme della mente, distrazione della preghiera, lacerazione delle suppliche rivolte a Dio, alienazione della carità, chiodo fisso dell’anima, iniquità sempre desta, rimorso continuo, morte quotidiana.  Siffatto vizio  é su tutti gli altri tenebroso e detestabile.

 

 

Guida: Francesco ha vissuto il primato della carità aderendo senza tentennamenti all’amore eterno del Padre, realizzando nella propria vita il disegno di salvezza con l’offerta totale di sé a Cristo e ai fratelli.

 

 

Dalla prima lettera di san Paolo Apostolo ai Corinzi (13, 1-8. 13)

Fratelli, se anche parlassi le lingue degli uomini e degli angeli, ma non avessi la carità, sono come un bronzo che risuona o un cembalo che tintinna. E se avessi il dono della profezia e conoscessi tutti i misteri e tutta la scienza, e possedessi la pienezza della fede così da trasportare le montagne, ma non avessi la carità, non sono nulla. E se anche distribuissi tutte le mie sostanze e dessi il mio corpo per essere bruciato, ma non avessi la carità, niente mi giova. La carità è pazienta, è benigna la carità; non è invidiosa la carità, non si vanta, non si gonfia, non manca di rispetto, non cerca il suo interesse, non si adira, non tiene conto del male ricevuto, non gode dell’ingiustizia, ma si compiace della verità. Tutto copre, tutto spera, tutto sopporta! La carità non avrà mai fine. Le profezie scompariranno: il dono delle lingue cesserà e la scienza svanirà. Queste dunque le tre cose che rimangono: la fede, la speranza e la carità; ma di tutte più grande è la carità.

Parola di Dio.

Tutti: Rendiamo grazie a Dio.

 

Rit.: Esaltiamo insieme il nome del Signore.

Benedirò il Signore in ogni tempo, sulla mia bocca la sempre la sua lode. Io mi glorio nel Signore, ascoltino gli umili e si rallegrino. (Rit)

 

Celebrate con me il Signore, esaltiamo insieme il suo nome. Ho cercato il Signore e mi ha risposto, da ogni timore mi ha liberato. (Rit)

 

Guardate a lui e sarete raggianti, non saranno confusi i vostri volti. Questo povero grida e il Signore lo ascolta; lo libera da tutte le sue angosce. (Rit)

 

L’angelo del Signore si accampa attorno a quelli che lo temono e li salva.

Gustate e vedete quanto è buono il Signore; beato l’uomo che in lui si rifugia. (Rit)

 

Temete il Signore, suoi santi, nulla manca a coloro che lo temono. I ricchi impoveriscono e hanno fame, ma chi cerca il Signore non manca di nulla.  (Rit)

 

 

ACCLAMAZIONE AL VANGELO

 

Lode a te o Cristo, re di eterna Gloria (in tempo di Quaresima)

Benedetto sei tu, Padre, Signore del cielo e della terra, perché ai piccoli hai rivelato i misteri del regno dei cieli.

Lode a te o Cristo, re di eterna Gloria

VANGELO

Guida: La vera conoscenza di sé nell’umiltà del cuore e il distacco dai beni mondani unisce a Cristo ed apre l’animo all’amore di Dio e alla partecipazione, alle ricchezze della vita.

 

Celebrante:    Il Signore sia con voi.

Tutti:              E con il tuo Spirito.

 

Dal vangelo secondo Matteo (11, 25-30)

In quel tempo Gesù disse: “Ti benedico, o Padre, Signore del cielo e della terra, perché hai tenute nascoste queste cose ai sapienti e agli intelligenti e le hai rivelate ai piccoli. Sì, o Padre, perché così è piaciuto a te. Tutto mi è stato dato dal Padre mio; nessuno conosce il Figlio se non il Padre, e nessuno conosce il padre e colui al quale il Figlio lo voglia rivelare. Venite a me, voi tutti, che siete affaticati e oppressi, e io vi ristorerò. Prendete il mio giogo sopra di voi e imparate da me che sono mite e umile di cuore, e troverete ristoro per le vostre anime. Il mio giogo infatti è dolce e il mio carico leggero”.

Parola del Signore

Tutti: Lode a te, o Cristo.

Riflessione del celebrante

 

Mentre si legge il racconto della morte di S. Francesco vengono portati all’altare 5 ceri, segno dei 500 anni del beato transito.

 

RACCONTO DELLA MORTE  DI S. FRANCESCO

 

1°Lettore:       Nell’anno del Signore 1507, nella domenica delle Palme, Francesco cominciò a soffrire, essendosi ammalato. Tuttavia il beato Padre Francesco non lasciava che gli si desse sollievo alcuno, né da parte dei religiosi, né da parte di altri, né voleva che gli si dimostrasse deferenza alcuna (Deposizione di P. Barbier al Processo di Tours).

 

2°Lettore:       Il Giovedì Santo, il Beato Padre, che soffriva a causa di una febbre tenace e maligna, sentendo per ispirazione divina ormai vicino il giorno della sua morte, come era suo solito, radunò presso di lui i religiosi suoi confratelli, che erano presso di lui, dalle varie provincie e nazioni. Mentre parlava con loro, dal braciere di ferro si appiccò il fuoco agli assi che erano sotto di essi. Egli presolo prontamente, lo tenne nelle mani, mentre uno dei presenti gli porgeva dei mattoni, e si rivolse a quanti lo circondavano con queste parole: “In verità vi dico che a chi ama Dio non è più difficile mantenere quanto ha promesso, più di quanto sia difficile a me tenere in mano questo fuoco”. Il beato padre si riferiva al voto del digiuno quaresimale (Lanovius, Chronicon; Bolla di canonizzazione).

 

1°Lettore:       A queste parole tutti si prostrarono ai piedi del beato padre e promisero che lo avrebbero osservato fino alla morte. Subito si inchinarono tutti, l’uno verso l’altro, per abbracciarsi, chiedendosi reciprocamente perdono nel gesto della Riconciliazione. Egli abbracciò tutti con grande carità e quasi stesse sul punto di partirsene li benedì paternamente (Lanovius).

 

2°Lettore:       Aiutato poi da alcuni religiosi il beato Padre scese nella chiesa del convento e, dopo una devota e umile preparazione, precedendolo devotamente i padri in lacrime, ricevette in ginocchio il sacramento dell’Eucarestia, portando al collo il cingolo, come è uso dell’Ordine (P. Barbier).

 

1°Lettore:       Prima però di accostarsi al divino mistero, prostrato per qualche tempo all’ultimo gradino dell’altare, tutto grondante di lacrime, battendosi forte il petto, ripetè per tre volte con voce chiara, anche se incerta per la malattia: “Signore Gesù Cristo, non son degno che tu entri sotto il mio tetto, ma dì soltanto una parola ed io sarò salvo”. Aveva inoltre in precedenza recitato la preghiera di S.Gregorio ed altre simili. Tutti furono spinti ad un sentimento insolito di devozione. Dopo rimase in coro per un certo tempo assistendo alla sacra funzione (Lanovius).

 

2°Lettore:       In seguito vedendo i religiosi che il beato Padre era indebolito, lo riportarono nella sua cella. A sera presenziò alla cerimonia della lavanda dei piedi. Il Correttore venne anzitutto da lui, e anche un frate di nome Berte gli chiese se voleva che gli si facesse la lavanda dei piedi, come suole farsi nell’Ordine. Il beato Padre rispose: “Per carità, lasciate di farlo per domani; allora mi laverete non solo i piedi, ma tutto il corpo”. Dopo che il Correttore terminò di lavare i piedi a tutti, li esortò di nuovo alla carità reciproca (Lanovius; P.Barbier).

 

1°Lettore:       Arrivato poi il venerdì santo, il beato Padre Francesco fece chiamare nella sua cella i religiosi e dolcemente li ammonì di essere osservanti della religione e dell’Ordine e li esortò ad essere caritatevoli tra di loro, ad osservare la Regola approvata dal Papa.  E raccomandò loro di obbedire al P.Bernardino d’Otranto, lì presente, come al loro superiore, fino al capitolo generale, che si sarebbe dovuto celebrare nell’anno successivo a Roma... Proclamandosi il P.Bernardino indegno di tanta carica e dicendo che vi erano altre persone dello stesso Ordine più sapienti di lui, il beato Padre Francesco rispose al P.Bernardino che si prestasse volentieri ad assumere quell’incarico poiché la sapienza di questo mondo è stoltezza agli occhi di Dio (P.Barbier).

 

2°Lettore:       Dopo aver recitato i sette salmi penitenziali, le litanie e la Passione del Signore del Vangelo di S.Giovanni, benedisse i frati e si segnò a sua difesa con il segno della croce, si asperse più volte con l’acqua benedetta. Poi alzati gli occhi verso il cielo, inviando baci ad un’immagine di Cristo pendente dalla croce ripeteva: “Nelle tue mani raccomando, Signore, il mio spirito”,  intercalando di tanto in tanto: “Signore Gesù Cristo, buon pastore delle anime nostre, conserva i giusti, converti i peccatori, abbi pietà delle anime dei defunti e sii propizio a me miserabilissimo peccatore” (Lanovius).

 

1°Lettore:       Dopo tutte queste cose, all’età di 91 anni, il 2 aprile 1507, nel giorno del Venerdì Santo, intorno all’ora in cui il Cristo è morto per noi, con le mani giunte e gli occhi rivolti al cielo, abbracciando con profonda pietà la santa croce, segno di trionfo, e baciandola con venerazione, abbandonato il fardello di questa carne, quasi ancora vivo, senza alcun particolare segno di dolore e di morte, migrò al Signore.

 

Canto:

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

CONSEGNA DELL’IMMAGINE DEL BRACIERE DI S. FRANCESCO

 

Guida:             Adesso verrà consegnato ad ognuno l’immagine di un braciere (che si può preparare disegnandolo su dei  foglietti)

 

Cel.:    Carissimi, prima di congedarci, a ricordo di questo giorno santo e a sigillo degli impegni assunti sarà consegnato al rappresentante l’immagine del braciere di S. Francesco, che sintetizza tutta la vita del nostro Santo, perché dal braciere acceso ha preso i carboni per convertire, per convincere, per riscaldare il mondo con la carità: il braciere, per preparare il V Centenario, è stato portato dai giovani della Consulta Generale di Pastorale Giovani Minima in tantissime comunità che lo hanno accolto con amore e per lasciarsi riscaldare dall’Amore.

Riscaldate anche voi con la Carità ogni ambiente dove la vita ogni giorno vi chiama.

 

Si accostano al sacerdote i rappresentanti della comunità per ricevere l’immagine.

 

Il sacerdote nel consegnarlo dice:

 

Celebrante:     Ricevi questo segno e vivi ciò che esso significa. Tutto ti sarà possibile se ti affidi al Signore e confidi in Lui.

 

Tutti:               Amen

 

PADRE NOSTRO

 

 

Guida: Vogliamo concludere questa veglia affidando il nostro essere umili e saggi messaggeri di speranza a Maria. Lo faremo con la preghiera scritta dal nostro Papa:

 

Maria Regina della Pace

Madre di Gesù Cristo “nostra pace”

Ti affidiamo la nostra insistente preghiera

per l’ intera umanità

A Te guardiamo pur tra pericoli e problemi,

con cuore colmo di speranza.

Mostraci nel Figlio Tuo

la Via della Pace.

ed illumina i nostri cuori,

perché sappiamo riconoscere il Suo volto

nel volto di ogni persona umana,

cuore della pace! Amen

 

BENEDIZIONE DEL CELEBRANTE

 

 

Cel. : Il Signore sia con voi.

Rutti: E con il tuo Spirito

Cel.: Dio, gloria e letizia dei santi, vi dia la sua perenne benedizione.

Tutti: Amen

Cel. Per l’intercessione di San Francesco di Paola, vi liberi dai mali presenti e vi sproni ad una vita santa nel servizio suo e dei fratelli

Tutti: Amen

Cel.: Vi colmi di fede, di speranza e di carità, perché la vostra vita sia ricca di opere buone e possiate giungere alla gioia della vita etera.

Tutti: Amen

Cel.: E la benedizione di Dio Onnipotente, Padre e Figlio e Spirito Santo, discenda su di voi e con voi rimanga sempre.

Tutti: Amen

Cel. Nel nome del Signore e di S. Francesco di Paola, portate a tutti i fuoco della Carità, andate in pace.

Tutti. Rendiamo grazie a Dio.

  

Canto finale su S. Francesco

 

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