Carissimi fratelli e sorelle,
che mi ascoltate attraverso il prezioso servizio offerto alla chiesa da Radio
Maria, “ vi accompagni sempre la Grazia di Gesù Cristo Benedetto che è il più
grande e il più prezioso di tutti i doni”. Queste sono le parole di benedizione
che il nostro fondatore S. Francesco rivolgeva a tutti coloro che si recavano
nell’eremo di Paola per chiedere grazie e miracoli. Così anche io desidero
comunicarvi la necessità della presenza del Cristo nella vostra vita per portare
frutti di santità.
Stiamo celebrando la Liturgia dei
I Vespri della Solennità di S. Francesco di Paola, Patrono della Calabria e
della Gente di Mare della Nazione Italiana e il brano propostoci per la lettura
breve tratto dalla Prima Lettera ai Corinzi capitolo 13 versetto 1 , vuole
focalizzare la nostra attenzione sulla virtù teologale della Carità.
Gesù fa della carità il
comandamento nuovo [Gv
13,34]. Amando i suoi “sino alla fine” (Gv 13,1), egli manifesta l'amore che
riceve dal Padre e che si concretizza nel Sacrificio Supremo di sé. Amandosi
gli uni gli altri, i discepoli imitano l'amore di Gesù, che essi ricevono a loro
volta. Per questo Gesù dice: “Come il Padre ha amato me, così anch'io ho amato
voi. Rimanete nel mio amore” (Gv 15,9). E ancora: “Questo è il mio comandamento:
che vi amiate gli uni gli altri, come io vi ho amati” (Gv 15,12). (CCC
1824) La carità è frutto dello Spirito ed è pienezza della legge, per chi
osserva i comandamenti di Dio e del suo Cristo: “Rimanete nel mio amore. Se
osserverete i miei comandamenti, rimarrete nel mio amore” (Gv 15,9-10) [Mt
22,40; Rm 13,8-10]. (CCC 773) .
Non può esistere però una amore
fatto solo di parole o di vuoti sentimenti. L’amore esige necessariamente gesti
che lo possano rendere vivo e credibile. Gesù, quando ci chiede di osservare i
suoi comandamenti, non fa che esprimere tale esigenza, comprensibile già dal
punto di vista della ragione. La storia dell’alleanza tra Dio e il popolo
ebraico si è sviluppata attorno al bisogno di scambio di segni o gesti d’amore
non sarebbe concepibile un amore verso Dio senza l’impegno a mettere in pratica
i suoi comandamenti.
In tutto questo ci viene in aiuto
l’esempio di S. Francesco di Paola che ha coltivato in modo tutto particolare
la virtù della carità.
Mons. Morosini, nuovo vescovo di
Locri- Gerace così scrive in uno dei suoi testi: “La carità ci da la
possibilità di affrontare scelte di vita anche impegnative e difficili. Questo
chiede Francesco di Paola ai suoi seguaci, invitandoli a tenere lo sguardo fisso
in Dio. Da ciò nascono tutti i veri sentimenti e tutti i gesti di amore
autentico: l’accoglienza, l’onore, la stima, il rispetto, il servizio, la
mitezza, il perdono, la riconciliazione; tutti gesti con i quali viene
testimoniata la volontà di cercare il bene dell’altro, anche con il sacrificio
personale”.
Il collegamento per l’ora di
spiritualità da questa comunità si colloca alla vigilia della chiusura delle
celebrazioni per il V Centenario del Pio Transito di S. Francesco di Paola
ma anche alla vigilia del III anniversario della morte del servo di Dio
Giovanni Paolo II passato a miglior vita proprio nel giorno del 2 aprile festa
liturgica del Santo Paolano.
Durante la sua visita al
Santuario di Paola nell’ottobre del 1984 così ebbe a dire ai numerosi fedeli
presenti: “S. Francesco protegga sempre questa città che fu sua, le
vostre famiglie, i vostri
malati, gli anziani, i vostri emigrati sparsi ovunque nel mondo, i lavoratori
della terra e del mare, i giovani soprattutto perché rimangano limpidi nella
fede e coerenti nella vita cristiana.
E vorrei ancora affidare alla protezione di san Francesco da Paola, vostro
patrono, tutti coloro che in questa città soffrono per la disoccupazione, per la
mancanza di lavoro. Sono stato subito attratto dalla lunga schiera di persone
qui presenti che manifestano per chiedere un bene: il lavoro. Vi auguro che
presto sia risolto questo grande problema umano e sociale, importante per tutta
la vostra patria, ma importante soprattutto per la vostra Calabria, per la
vostra città, per le vostre famiglie, per le vostre persone, per i vostri
giovani, per i vostri figli. È l’augurio che vi faccio in questo momento, cioè
all’inizio della mia permanenza nella vostra città.
Protegga quanti a lui si rivolgono con spontanea confidenza, poiché lo vedono
come un santo vicino a loro, che dà fiducia, col quale è possibile esprimersi
nella lingua materna e dialettale, che infonde coraggio e speranza. San
Francesco è stato in vita un difensore dei poveri contro i soprusi dei potenti
del tempo, e ha sempre restituito a tutti serenità, salute e coraggio. Ora dal
cielo ottenga per la sua Calabria la serenità, la concordia degli animi, il
rispetto della persona umana e aiuti a sconfiggere la piaga della violenza e
degli altri mali funesti che travolgono la società odierna e ottenga il lavoro
per tutti”.
Carissimi, concludendo queste
semplici riflessioni penso che abbiamo compreso che solo nella conversione a
Dio potremo trovare la nostra pace e la nostra salvezza perché ritroveremo la
giusta dimensione del nostro essere creature amate dal Padre che ci attende
sempre comunque a braccia aperte. Amen .
P.
Domenico M. Crupi
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