PARROCCHIA S. ROCCO E SAN FRANCESCO DI PAOLA
Padri Minimi- Via Salomone, 174
89812 Pizzo C. (VV)
RELAZIONE CIRCA IL
PROSSIMO CONVEGNO REGIONALE :
“LE CHIESE CALABRESI
IN COMUNIONE PER TESTIMONIARE IL RISORTO”
Oggi, 12 gennaio
2009, presso la Sala del Convento dei Padri Minimi, si è riunito il
Consiglio Pastorale della Parrocchia S. Rocco e San Francesco di Paola
per discutere sulle piste di riflessione proposte nell’”Instrumentum
Laboris” per il prossimo Convegno Regionale che avrà luogo a Le Castella
(KR) il prossimo 7-10 ottobre 2009. Il tema del prossimo convegno sarà:
“Le chiese Calabresi in comunione per testimoniare il Risorto”. Dopo
la preghiera di rito , il Parroco P. Nicola Colao prende la parola
spiegando la motivazione del nostro incontro. L’importanza dei convegni
regionali è dettata dalla necessità di prospettare un cammino sempre più
fecondo per le Chiese di Calabria, di tanto in tanto le diocesi
calabresi si riuniscono per discutere i problemi, le difficoltà che si
incontrano nell’annunziare il Vangelo nella nostra terra. I problemi
della nostra società sono da valutare molto bene, perché l’annunzio sia
efficace e risponda alle necessità del tempo. Il primo punto che l’in
mette in rilievo è la COMUNIONE da vivere e testimoniare. Tante volte
esiste una comunione fittizia – logica.
La prima parte : La
comunione nella chiesa speranza per l’uomo
La seconda parte: La
chiesa “comunione” alla luce della Parola di Dio.
La terza parte: La
“comunione” nelle Chiese di Calabria testimoni del Risorto.
Prima parte:
Il mistero trinitario
come icona della speranza della chiesa: comunicare, attraverso il loro
modo di essere e di vivere, la speranza che è Cristo. È compito delle
nostre chiese, perciò, comunicare la speranza che è Cristo.
Seconda parte:
La Comunione nel NT –
Prima lettera di Pietro.
La comunione
ecclesiale è sempre “in cantiere” , attraverso l’opera dei suoi membri.
La comunione trinitaria è fonte della comunione ecclesiale. Il pericolo
è ridurre la fede a un solo fatto privato, impastati dagli idoli del
nostro tempo: denaro, potere, ricchezza, ecc.
Terza parte:
In Calabria serve una
rinnovata coscienza che non sia ripiena di ideologie frutto di progetti
commerciali e di una ideologia di mercato.
Dobbiamo tenere conto
degli ambiti del Convegno di Verona:
·
Tradizione
·
Vita
affettiva
·
Fragilità
·
Cittadinanza
·
Lavoro – Festa.
Detto questo il P.
Parroco lascia la parola ai presenti. Si leggono le domande. Interviene
Natalia La Porta affermando che è difficile tenere unita la comunità e
creare la comunione fino in fondo. Emanuele Pisano dice che i problemi
risentono dell’andazzo del mondo. Pina Malfarà parla della disponibilità
che dobbiamo avere nella ricerca della volontà di Dio ribadendo
l’importanza dell’incontro prioritario con Dio che poi sfocia nella
comunione con gli altri, accettando i limiti degli altri. Gesù è il
Maestro, la base di tutto. Troppo egoismo ci guida nelle nostre scelte,
mettendo una piccola pietra per l’edificazione del Regno. Il dono della
fede diventa un grande regalo da scartare ogni giorno. L’uomo porta in
se la concupiscenza del male. Rosa Battaglia dice che molti si fanno
un Dio a propria immagine e somiglianza. Ci domandiamo: chi è Dio per
me? Lo conosco veramente? Cosa vuole dire essere Figlio di Dio? C’è lo
sforzo di conoscere sempre di più, anche se è sempre una missione di
testimonianza.
A volte nelle persone
c’è vuoto, non ci sono valori. Le nostre Eucaristie sono molto
“apparenti”. Si viene per pagare “una tassa”, senza vedere l’importanza
del Mistero che si celebra. Il mistero della morte diventa a volte una
causa di allontanamento dalla fede che molto spesso è superficiale
perché non radicata nel Risorto.
L’importanza della
presenza di Cristo nella nostra vita è fondamentale, dobbiamo sempre
ricordarci che il cammino che compiamo è pieno di difficoltà e di
fragilità. La croce viene sempre allontanata, costa ma è fonte di
salvezza.
Siamo cristiani di
apparenza e non di fatto la chiesa ha il compito di educare la
coscienza, soprattutto dei giovani. La politica della nostra terra è
vista con sfiducia, perché anche il cristiano deve entrare in
determinati circoli viziosi. La famiglia “cristiana” è purtroppo
omologata alla corrente del mondo, lo si evince anche dalle presenze
alle Messe domenicali durante i periodi di vacanza.
Il cristianesimo fai
da te, vivere in determinati contesti culturali porta a una pratica
religiosa molto legata alla cultura popolare. La coscienza dei genitori
va sensibilizzata e indirizzata verso determinati obbiettivi.
La Liturgia molto
spesso è solo piena di ritualità, frammentaria e non partecipata. Si
richiede una maggiore organizzazione per agevolare la partecipazione
della gente.
C’è bisogno di
catechesi più approfondita e sensibilizzazione, soprattutto agli adulti
nelle cose particolari e pratiche, soprattutto contro la superstizione
che determina la vita dell’uomo (corni, cornetti, ecc.).
L’apertura verso le
necessità degli ultimi, va ben ponderata e organizzata secondo le
necessità del luogo e dei contesti dove si opera.
Il messaggio
cristiano va incarnato anche all’interno della politica.
Determinati valori
vanno salvaguardati e anche gli orientamenti politici devono tenere
conto di determinati insegnamenti del Magistero della Chiesa. C’è una
convenienza politica , non si segue un ideale ben preciso e non si è
coerenti.
Le feste religiose
non sono fonte di evangelizzazione e di liturgia ma di esibizione
popolare.
Con la preghiera di
rito, si conclude l’incontro.
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