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ORIGINE DELLA
CHIESA DI SAN ROCCO (6 giugno 1579)
Nell'anno 1578,
Pizzo fu colpita da una funesta epidemia di peste che provocò
centonovanta vittime in pochi mesi; un'elevata mortalità se si
considera che la popolazione a quell'epoca ammontava ad appena
2200 abitanti.
Non potendo nulla gli uomini con le loro conoscenze sanitarie,
ci si rivolse all'eccelso San Rocco affinchè intercedesse
divinamente per far cessare l'immane calamità. Ingerenza
miracolosa che avvenne realmente poiché all'improvviso, proprio
nel momento più drammatico in cui la gente avvilita si era
arresa alla fatalità della tragedia, la peste inspiegabilmente
si estinse col pieno trionfo della vita che diffuse tra la gente
la sua luce, allontanando la falce della morte.I cittadini
scampati al pericolo, nel rispetto alla divina interferenza e
dell'impegno votivo assunto nei tristi momenti di sciagura,
diedero man forte all'università per raccogliere i fondi
occorrenti all'acquisto di un terreno ove erigervi una bella
chiesa in onore di San Rocco.
Fu eretta così la chiesa di San Rocco. Nello
stesso anno si comprò una bella statua di legno che effigiava
egregiamente San Rocco (statua sistemata oggi nel convento dei Minimi),
alla cui base, fino a qualche secolo fa, si leggeva la data, l'autore e
il motivo per cui fosse stata realizzata. Ma di questa didascalia, della
quale ce ne parlano alcuni storici locali senza peraltro avercela
tramandata, oggi non rimane traccia poiché coperta, in occasione di un
restauro, da un incauto verniciatore.

San Francesco di Paola
Paola, Cosenza,
27 marzo 1416 - Plessis-les-Tours, Francia, 2 aprile 1507
La sua vita fu avvolta in un'aura di
soprannaturale dalla nascita alla morte. Nacque a Paola
(Cosenza) nel 1416 da genitori in età avanzata devoti di san
Francesco, che proprio all'intercessione del santo di Assisi
attribuirono la nascita del loro bambino. Di qui il nome e la
decisione di indirizzarlo alla vita religiosa nell'ordine
francescano. Dopo un anno di prova, tuttavia, il giovane lasciò
il convento e proseguì la sua ricerca vocazionale con viaggi e
pellegrinaggi. Scelse infine la vita eremitica e si ritirò a
Paola in un territorio di proprietà della famiglia. Qui si
dedicò
contemplazione e
alla
alle mortificazioni
corporali, suscitando stupore e ammirazione tra i concittadini. Ben
presto iniziarono ad affluire al suo eremo molte persone desiderose di
porsi sotto la sua guida spirituale. Seguirono la fondazione di
numerosi eremi e la nascita della congregazione eremitica paolana
detta anche Ordine dei Minimi. La sua approvazione fu agevolata dalla
grande fama di taumaturgo di Francesco che operava prodigi a favore di
tutti, in particolare dei poveri e degli oppressi. Lo stupore per i
miracoli giunse fino in Francia, alla corte di Luigi XI, allora
infermo. Il re chiese al papa Sisto IV di far arrivare l'eremita
paolano al suo capezzale. L'obbedienza prestata dal solitario
costretto ad abbandonare l'eremo per trasferirsi a corte fu gravosa ma
feconda. Luigi XI non ottenne la guarigione, Francesco fu tuttavia ben
voluto ed avviò un periodo di rapporti favorevoli tra il papato e la
corte francese. Nei 25 anni che restò in Francia egli rimase un uomo
di Dio, un riformatore della vita religiosa. Morì nei pressi di Tours
il 2 aprile 1507.